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domenica 19 agosto 2012

Goletta Verde risponde all'amministrazione comunale di Cervia

Goletta Verde di Legambiente risponde alle affermazioni del Delegato al verde del Comune di Cervia Riccardo Todoli: confermiamo la bandiera nera all’amministrazione di Cervia,anche per l’evidente riduzione del verde



Legambiente: “ Non parliamo di verde pubblico e delle aree naturali e protette, ma soprattutto della riduzione del verde che ha lasciato spazio a nuove costruzioni su terreni non precedentemente edificati”.

Goletta Verde di Legambiente risponde alle affermazioni del Delegato al verde del Comune di Cervia Riccardo Todoli e conferma le motivazioni della bandiera nera assegnata all’amministrazione comunale di Cervia, compresa quella della riduzione del verde. Il poco ambito vessillo non è stato certo assegnato alla località cervese che presenta ancora un patrimonio naturale di grande pregio: vera e propria risorsa ambientale da non consumare in quanto capace di attirare anche un turismo di qualità.

La bandiera nera è stata assegnata non solo sull’osservazione di quanto avviene nel territorio dove è presente da anni un incessante brulichio di cantieri con utilizzo anche dei cosiddetti “volumi ombra”, ma soprattutto con un serio ed imparziale studio della documentazione disponibile, con particolare riferimento a quella istituzionale redatta dallo stesso Comune di Cervia.
Con questa doverosa premessa, ricordiamo che abbiamo parlato di riduzione del verde in generale, quindi complessivamente privato e pubblico. Il Delegato al verde del Comune di Cervia pare invece faccia riferimento solo al verde pubblico ed alle aree naturali e protette. Queste ultime essendo appunto per la maggior parte “protette” godono già di una tutela normativa volta ad impedirne il loro consumo e auspichiamo che così rimanga.

Diverso il discorso per le aree verdi pubbliche. Già lo scorso anno, nella tappa di Goletta Verde a Cervia, avevamo evidenziato, dati comunali alla mano, che quasi la metà (circa il 42%) dell’incremento del verde pubblico sbandierato dall’amministrazione comunale negli anni dal 2006 al 2009 era stato ottenuto tramite la concertazione e la compensazione con i privati (Piani Particolareggiati Privati), quindi permettendo nuova ulteriore cementificazione e consumo di suolo. E’ quindi evidente che c’è stata una forte riduzione delle aree verdi private dove sono state autorizzate nuove costruzioni su terreni non precedentemente edificati, anche se parti minori di questi sono stati passati, per le politiche perequative del Comune, da verde privato a verde pubblico.

La costruzione di nuovi alloggi è infatti proseguita anche negli ultimi 5 anni ad un ritmo serrato (seppure con una lieve flessione rispetto agli anni precedenti prevalentemente a causa però della congiuntura non favorevole) con una media comunque di circa 210 alloggi all’anno. Preoccupa molto che per i prossimi 15 anni la giunta preveda la possibilità di arrivare ad una produzione media annua di quasi 270 nuovi alloggi.

Nonostante un invenduto considerevole, il ritmo medio annuo della nuova cementificazione potrebbe trovare quindi un ulteriore incremento pari al 28% circa rispetto all’ultimo quinquennio. Questo sulla base dei numeri forniti dalla stessa amministrazione comunale di Cervia (Documento Preliminare del PSC pag.78) e della successiva revisione effettuata in seguito alle apprezzabili osservazioni della Provincia di Ravenna, che ha espressamente richiesto al Comune di Cervia “una più attenta verifica degli scenari di espansione definiti dal Documento Preliminare … al fine di garantire una precisa adesione alle disposizioni del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)”.

Non va meglio poi per gli interventi di demolizione e ricostruzione sui quali c’è poco da dimostrare. E’ infatti la stessa amministrazione comunale nel Documento Preliminare del PSC (pag.52) che conferma: “si verifica sovente che gli interventi di demolizione e ricostruzione, o ampliamento del costruito si traducano in riduzione delle aree a verde privato e diminuzione del patrimonio arboreo.”

Dispiace leggere sulla stampa da parte di esponenti dell’amministrazione comunale di Cervia una polemica frammentaria e focalizzata solo in merito ad alcune delle motivazioni riportate da Goletta Verde per l’attribuzione della Bandiera Nera. Non viene invece fatta alcuna considerazione né data alcuna risposta alle serie emergenze ambientali ricordate da Legambiente ben note al Comune di Cervia avendole infatti inserite ed evidenziate nel Quadro Conoscitivo del PSC. Ci domandiamo quali siano i provvedimenti di tutela ambientale che questa amministrazione ha preso o intenderà prendere per contrastare, o quantomeno ridurre, subsidenza, cuneo salino, ingressione marina ed erosione della costa. Inoltre il Sindaco non spiega come mai durante la redazione del PSC, mentre si attuano procedure di presunta consultazione delle forze sociali, nei suoi uffici si discute coi privati di importanti interventi di modifica della città, presentandoli a cose fatte.

giovedì 9 agosto 2012

Legambiente:Bandiera Nera all'amministrazione comunale di Cervia


Goletta Verde di Legambiente presenta i risultati delle analisi del monitoraggio: 9 su 10 i prelievi entro i limiti di legge - Fiumi in secca: nessun apporto inquinante

Campanello di allarme sullo “sprofondamento” della costa, aggravato dal sovra sfruttamento della falda profonda

Bandiera Nera all’amministrazione comunale di Cervia:
politica del calcestruzzo e cattiva pianificazione urbanistica


Legambiente: “No ai 4.500 nuovi alloggi e ai 4.000 posti letto nel settore ricettivo, e ad un nuovo grattacielo a Milano Marittima, a favore di un turismo sostenibile e diffuso”

Le temperature roventi di quest’estate e l’assenza pressoché totale di precipitazioni mettono in evidenza la loro drammaticità con i fiumi in secca, che di conseguenza non trasportano carichi inquinanti verso il mare. Anche per questo in Emilia Romagna, un solo punto è risultato “fortemente inquinato”, si tratta della foce del torrente Marano di Riccione, unico caso in cui il fiume arriva direttamente in mare. Secondo il quadro emerso dalle analisi chimico fisiche dei biologi di Legambiente, in ben 7 sulle 8 foci monitorate, il livello di salinità emerso dai campioni era prossimo a quello dell’acqua marina, un’anomalia rispetto alla scarsa salinità delle acque fluviali. I monitoraggi hanno dimostrato ingressi di acqua marina nei fiumi e torrenti anche per diverse centinaia di metri. Questo il risultato della fotografia scattata dal monitoraggio dei biologi di Goletta Verde di Legambiente: 9 punti sui 10 campionati risultano entro i limiti di legge.

Criticità sulla costa ravennate dove imperversa l’assalto del cemento: assegnata oggi la Bandiera nera all'amministrazione del Comune di Cervia, per la continua cementificazione e per i progetti che risultano in aperto contrasto con la risoluzione delle maggiori criticità ambientali del territorio, dal rischio idrogeologico, all’erosione fino alla subsidenza della costa.

È questo il quadro presentato da Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati. L’istantanea regionale che si evince dai risultati delle analisi dell’equipe di biologi di Legambiente è stata presentata questa mattina in conferenza stampa a Marina di Ravenna, presso il Ravenna Yatch Club alla presenza di Lorenzo Frattini, Presidente di Legambiente Emilia Romagna, Katiuscia Eroe, Portavoce di Goletta Verde, Giannantonio Mingozzi, Vice Sindaco di Ravenna, Mara Roncuzzi, Assessore all’Ambiente della Provincia di Ravenna, Attilio Rinaldi, Presidente Centro Ricerche Marine di Cesenatico, Massimo Medri, Presidente Parco del Delta del Po dell'Emilia-Romagna, Giacinto De Renzi, Responsabile regionale servizio vigilanza ambientale Legambiente Emilia- Romagna e Marino Previtera, Presidente Legambiente Cervia – Milano Marittima.

Ecco i risultati dei prelievi compiuti dai biologi della Goletta Verde, nelle varie provincie dell’Emilia Romagna.

A partire dalla provincia di Ravenna, dove i campionamenti realizzati il primo agosto 2012 nel comune di Cesenatico, in località Zadina Pineta, presso la Foce canale Tagliata e nel comune di Cervia, in località Lido di Savio, presso la foce del canale Cupa Nuovo e sulla Spiaggia a sinistra della foce del porto canale di Cervia sono risultati entro i limiti di legge.

Situazione analoga nella provincia di Ferrara, dove i due prelievi effettuati in data 04/08/12, nel comune di Comacchio, in località Porto Garibaldi, presso Foce canale navigabile Porto Garibaldi ed in località Lido degli Estensi, presso la Foce Canale Logonovo, sono risultati entro i limiti di legge.

L’unico punto risultato fortemente inquinato, prelevato in data 01/08/12, ricade nel comune di Riccione, presso la Foce torrente Marano che insiste nel Parco pubblico fluviale urbano omonimo. Tale situazione, risulta essere problematica per il secondo anno consecutivo, dimostrando come occorra lavorare per ridurre i carichi inquinanti in arrivo dall’entroterra. Nella stessa provincia, sono risultati entro i limiti di legge, i campionamenti eseguiti nel comune di Rimini, in località Viserbella, sulla Spiaggia all'altezza del civico 30 di Via Porto Palos, nel comune di Bellaria - Igea Marina, presso la Foce fiume Uso, nel comune di Misano Adriatico, presso la Foce fiume Conca e nel comune di Gatteo presso la Foce Rubicone.

“Le analisi chimico- fisiche realizzate dai biologi della Goletta Verde indicano chiaramente come le acque campionate in prossimità delle foci dei fiumi in Emilia Romagna siano caratterizzate da un elevato tasso di salinità, prossimo addirittura a erde di Legambiente - . Dei dieci punti campionati, di cui 8 foci di fiumi e torrenti, solo uno è risultato fortemente inquinato. L’anomalia della salinità rappresenta un forte indicatore del fatto che a causa della siccità che sta colpendo la regione come molte altre parti del nostro Paese, i fiumi stiano retrocedendo lasciando quello che generalmente si riscontra nelle acque marine – dichiara Katiuscia Eroe, portavoce di Goletta Verde -, con tutte le conseguenze nefaste che ne conseguono per l’agricoltura e per la disponibilità idrica, nonché per l’economia. Proprio la siccità può diventare ulteriore causa di maggiori pompaggi di acqua dolce dalle falde profonde artesiane, e superficiali freatiche, necessaria ai processi produttivi industriali, civili ed agricoli. E’ preoccupante inoltre che per gli emungimenti di acqua in profondità siano disponibili solo dati stimati, quando questa è indicata da tempo come la principale causa di subsidenza, ovvero di abbassamento della costa”.

Per quanto riguarda la subsidenza, Goletta Verde punta l’attenzione su questo problema del litorale, e sulla necessità di attuare misure di prevenzione. Gli studi hanno ormai constatato che l’entità degli abbassamenti dovuti a cause naturali è dell’ordine di pochi millimetri l’anno. La subsidenza causata dall’uomo, invece, raggiunge velocità molto più elevate: i più recenti dati pubblicati da Arpa nell’ultimo annuario dei dati ambientali indicano infatti che siamo ben oltre queste quote e gli abbassamenti arrivano a punte di 1,3 centimetri all’anno a Milano Marittima e di addirittura 1,9 centimetri all’anno a Lido di Dante.(rif. Annuario dei dati ambientali, pag.834)
L’abbassamento del litorale a causa della subsidenza antropica incrementa inoltre il problema dell’erosione costiera e del rischio d’ingressione da parte del mare: Arpa ha stimato in circa 100.000.000 di m3 il quantitativo di materiale eroso lungo tutto il litorale regionale a causa della subsidenza, dal 1950 al 2005.

In Emilia Romagna, il forte fenomeno di erosione richiede poi importanti interventi di ripascimento, che non solo sono un grande aggravio sull’economia locale ma che di certo non risolvono la situazione, dal momento che diversi casi, all’arrivo delle prime mareggiate, hanno dimostrato la vanificazione dello sforzo economico.

In occasione della conferenza stampa di Goletta Verde si è affrontato anche il tema del consumo di suolo e dell’avanzante cementificazione delle coste, a tutto svantaggio del turismo sostenibile e del paesaggio costiero.

Uno dei casi più dolenti di uso distorto della pianificazione urbanistica e di cementificazione della nostra costa riguarda sicuramente il comune di Cervia – commenta Lorenzo Frattini, presidente Legambiente Emilia Romagna. Quest’anno, abbiamo deciso di assegnare la bandiera nera, poco ambito vessillo per i nuovi pirati del mare, proprio all’amministrazione comunale di Cervia per aver perseverato nel portare avanti la politica del calcestruzzo. Già nel 2008 avevamo assegnato una bandiera nera e con amarezza constatiamo che le stesse motivazioni restano più che mai attuali: dopo innumerevoli varianti al vecchio Prg e addirittura ben due varianti al ricettivo, la cementificazione è continuata e le aree verdi si sono conseguentemente ridotte. Tra le altre cose, nel nuovo PSC stiamo parlando - continua Frattini – di nuovi 4.500 alloggi e di addirittura 4.000 nuovi posti letto per il settore ricettivo, senza contare gli innumerevoli parcheggi sotterranei adiacenti al mare. Assistiamo a un netto e stridente contrasto tra le scelte locali e le criticità ambientali del territorio, dalla subsidenza alla ingressione marina fino all’erosione della costa, che tra l’altro sono state rilevate dalla stessa amministrazione nel quadro conoscitivo del PSC. Ci domandiamo come sia possibile immaginare di mettere in piedi nuove migliaia di alloggi con la pesante crisi economica in atto che stenta a riempire le strutture ricettive già esistenti sul territorio. E, d’altro canto, non si pensi, invece, di sfruttare i posti già esistenti con formule innovative e meno impattanti come gli alberghi diffusi. E, infine, non possiamo dimenticare di citare il progetto di un ulteriore grattacielo a Milano Marittima che dovrebbe sorgere in una delle ultime aree di pregio ambientale e con criticità idrogeologiche previsto al di fuori del percorso di redazione del nuovo PSC, con le solite politiche di scorciatoia urbanistica molto diffuse in regione. Insomma – conclude Frattini – questa ci sembra davvero una direzione di marcia opposta a quella che la situazione ambientale ed economica richiederebbe oggi per una valorizzazione della costa”.

“Vorremmo enfatizzare, inoltre – aggiunge Marino Previtera, presidente del circolo di Cervia Milano Marittima -, che un’altra problematica è quella dovuta agli emungimenti nelle centinaia attività di drenaggio nei cantieri di costruzione, il cosiddetto dewatering dei terreni di fondazione. Alcuni studi effettuati nel Comune di Cervia hanno riscontrato che un intervento edilizio di medie dimensioni richiede l’estrazione di circa 25.000-30.000 metri cubi di acque freatiche. Pertanto, negli ultimi anni solo nel cervese si possono stimare, a seguito delle centinaia di autorizzazioni edilizie rilasciate, un prelievo complessivo di alcuni milioni di metri cubi di acque sotterranee. E’ stato accertato che tali emungimenti determinano situazioni locali di intrusione salina, che possono portare nel tempo ad una progressiva salinizzazione dell’acquifero con effetti sulla vegetazione e sugli ecosistemi. Nonostante questa forte criticità ambientale, non è stato possibile reperire dati esatti sui prelievi dalla falda freatica superficiale. Per avere comunque un’idea dell’entità del fenomeno – conclude Previtera - si consideri che ogni 100 cantieri di media dimensione, vengono sprecati circa 3 miliardi di litri d’acqua dolce, pari al consumo annuo di una città di oltre 30.000 abitanti”.

Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati è Main Partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega Antonio Mastrostefano, direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del COOU. L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto – sottolinea Mastrostefano - questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come un campo di calcio”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Lo scorso anno in Emilia-Romagna il Consorzio ha raccolto 17.090 tonnellate di oli lubrificanti usati.

Il Monitoraggio scientifico
I prelievi alla base delle nostre considerazioni, vengono eseguiti dalla squadra di tecnici di Legambiente, l’altra anima della Goletta Verde, che viaggia via terra a bordo di un laboratorio mobile grazie al quale è possibile effettuare le analisi chimiche direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nei laboratori mobili lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità).

dipende anche da tutti noi...

" In fondo tutte le cose, anche le peggiori, una volta fatte poi trovano una logica, una giustificazione, per il solo fatto di esistere. Dopo un po' tutto fa parte del paesaggio. Nessuno si ricorda più di com'era prima. Non ci vuole niente a distruggere la bellezza. Invece bisognerebbe ricordare alla gente che cos'è la bellezza. Aiutarla a riconoscerla, a difenderla. La bellezza contro la cupidigia, la bellezza contro l'omertà, la bellezza contro la rassegnazione, la bellezza contro la paura." Marco Tullio Giordana - I cento passi